L'editoriale di (h)ortus
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La città della postproduzioneQuesto libro raccoglie una serie di saggi sulla postproduzione intesa sia quale condizione che connota oggi i territori europei, sia quale atteggiamento progettuale – realizzare non è più sufficiente e non è più centrale servono interventi altri, altre sovrascritture. Come nella prassi cinematografica, raramente la presa diretta esaurisce il momento di formalizzazione di un film: è necessario applicare un complesso di operazioni quali il doppiaggio, il montaggio, il missaggio che seguono la fase delle riprese e precedono la commercializzazione. |
C’era qualche tavola a colori riprodotta molto piccola all’interno, ma nell’insieme il testo si proponeva come un insieme di scritti teorici. Un giorno, più di qualche anno fa, a Parigi, entrando alla Fondation Le Corbusier, ho trovato esposti alcuni dei grandi fogli di carta da spolvero con i disegni che Le Corbusier ha realizzato in diretta durante le conferenze tenute nel suo viaggio in Sudamerica: la nuova città del XX secolo, Buenos Aires, Rio, San Paolo. Disegni grandi, con i tratti rapidi del gesso che arrivavano fino ai margini occupando tutto lo spazio disponibile del foglio, segni sintetici, saturi di colori, scritte, appunti, punti esclamativi, disegni spontanei come schizzi su un taccuino ed esuberanti al punto da evocare una lotta quasi fisica con il foglio. Ricordo soprattutto, su una parete isolata il disegno dello skyline di Buenos Aires visto dal mare, con pochi tocchi di giallo, un mare nero che si muove anche di notte e non sta fermo mai, un’intensità ipnotica per chi aveva visto sempre un francobollo nero in fondo a una pagina. La Fondation ha nel suo archivio oltre settanta disegni che fanno parte del ciclo di lezioni, tenuto da Le Corbusier nel 1929 tra Argentina e Brasile durante il suo viaggio in Sud America che toccò anche Montevideo, Mar de la Plata, Asunciòn. In occasione dei cinquanta anni della morte di Le Corbusier (27 agosto 2015), questa nuova edizione viene ampliata per la prima volta con la riproduzione, in grande formato a colori, di cinquantotto disegni che Le Corbusier ha realizzato durante le 10 conferenze a Buenos Aires per supportare il parlato con “argomentazioni visuali”. Parlare e disegnare insieme, argomentare con parole e immagini che scaturiscono dal discorso e ne sono parte integrante, come quando si discute di un progetto intorno a un tavolo, il disegno aiuta a chiarire le parole. Vedendo oggi il testo nella nuova edizione, per chi come me non è uno storico dell’architettura e quindi si è limitato a leggere il libro senza spingersi oltre il testo editato, si chiarisce la complementarietà dei testi e dei disegni, si immagina Le Corbusier dare le spalle al pubblico, disegnare, girarsi, sottolineare, tracciare segni: rendere la conferenza stessa uno spettacolo magnetico, una performance. Nell’introduzione al testo è citata una intervista del 1951 in cui Le Corbusier afferma: “Non preparo mai le mie lezioni (…) l’improvvisazione è una cosa magnifica: facevo disegni, ho utilizzato i gessi, gessi colorati sulla lavagna, dando sempre per scontato che ce ne fosse una. E quando disegni sulla base delle parole, disegni con parole utili, crei qualcosa. E l’intera mia teoria, la mia riflessione sui fenomeni dell’architettura e dell’urbanistica deriva da queste lezioni improvvisate e illustrate”. Le lezioni quindi vengono presentate come un momento di riflessione sul progetto e di creazione in diretta. La cura e l’introduzione a questa nuova edizione sono di Tim Benton, che di Le Corbusier ha realizzato mostre, tenuto corsi e soprattutto ha scritto in diverse occasioni con un approfondimento interessante nel suo libro Le Corbusier conférencier (2008), proprio riguardo le sue tecniche oratorie, le capacità persuasive e la modalità di preparare le conferenze. Il testo aiuta a comprendere la metodicità di Le Corbusier e la sua maniacale preparazione delle lezioni per le quali realizzava una grande quantità di schizzi, disegni, appunti che servivano come linee generali per i grandi disegni che poi avrebbe realizzato in diretta “improvvisando”. Le Corbusier tenne le 10 lezioni tra il 3 ottobre e il 19 ottobre del 1929 a Buenos Aires per poi spostarsi in Brasile (Brazilian corollary). Il libro fu scritto durante il viaggio di ritorno, ordinando le dieci conferenze in dieci capitoli che ne riproducono (con qualche piccola variazione) la sequenza: 1. To Free Oneself Entirely of Academic Thinking. E a seguire: Brazilian Corollary. In appendice: The temperature of Paris e The Atmosphere of Moscow.
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Lo spessore della cittàLa ricerca Lo spessore della città prende corpo nel 2010 in occasione del secondo bando FIRB (Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base – Bando Futuro in Ricerca), pubblicato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Il bando nelle sue tre edizioni (2008, 2010, 2012) è indirizzato a sostenere ricerche di base di giovani studiosi. La stesura del progetto nella sua prima versione è il tentativo di tradurre assunti teorici, costruiti su nuove necessità di dialogo tra architettura e città, in concreti strumenti operativi. Continua... Alter-azioniQuesto libro raccoglie una serie di saggi sull’alterazione, ovvero sul rapporto interpretazione e realtà, sostanzialmente sul come si possa aumentare la realtà oltre l’impiego di strumenti tecnologici. Con l’espressione “realtà aumentata” si vuole qui sostenere l’autonomia della visione, la sua non necessità di protesi da altri impostate, a favore di un potenziamento delegato alla sola teoria. L’obiettivo è aggiornare il binomio teoria-progetto, superare inutili dualismi, affermare la coincidenza dei due termini non solo sul piano dei contenuti ma anche su quello degli strumenti. Continua... |
hortusbooks si propone come una collana agile, aperta ad una molteplicità di contributi nel campo dell'architettura. I volumi vengono pubblicati con tecnologia print on demand dalla casa editrice Nuova Cultura di Roma e possono essere acquistati on-line tramite i maggiori canali di diffusione. ![]() ![]() Gina Oliva. Architettura e PaesaggioGina Oliva. Architettura e Paesaggio: Riflessioni. Prefazione di Benedetto Todaro ![]() Nello spessoreNello spessore. Traiettorie e stanze dentro la città. A cura di Sara Marini e Federico De Matteis ![]() Enrico Puccini. Spazio aperto | Spazio chiusoSpazio aperto | Spazio chiuso. Cento anni di sperimentazioni nell'edilizia residenziale tedesca. Prefazione di Federico De Matteis ![]() Carlo Maggini. MixitéCarlo Maggini. Mixité. Strategie di composizione nella realtà francese contemporanea. Prefazione di Federico De Matteis Il paesaggio chiama
Valle Giulia FlickrDa un piccolo gruppo di appassionati, accomunati dalla voglia di imparare l’arte fotografica e di utilizzarla come strumento per “parlare” di architettura, si è arrivati ad un gruppo che oggi conta più di 260 iscritti. Lo spirito del gruppo è quello della condivisione come mezzo di conoscenza, sia in campo architettonico che fotografico, e i contest proposti danno l’occasione agli iscritti di confrontarsi su varie tematiche in campo architettonico e sociale. Continua... Dal paesaggio al panorama, dal panorama al paesaggio
Il Giardino dei Cedrati di Villa Pamphilij
Rassegna Italiana | 5 Temi 5 ProgettiIl complesso di risorse culturali, artistiche, ambientali, che sono proprie di un paese noi lo chiamiamo Patrimonio (ma anche l'insieme dei cromosomi che ogni individuo eredita dai propri ascendenti). Le Case sono le abitazioni dell'uomo e l'Esterno è ciò che sta fuori, che viene da fuori. Il termine Tecnologia è composto da arte e discorso, dove per arte si intende(va) il saper fare, in altri termini il progetto del saper fare. La Catastrofe indica i grandi sconvolgimenti provocati dalla natura o dall'uomo. Continua... |