L'editoriale di (h)ortus


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Dopo quasi vent’anni di assenza – trascorsi, forse colpevolmente, a indagare architetture in luoghi più distanti del pianeta – sono ritornato a Urbino, alla ricerca non soltanto delle opere di Giancarlo De Carlo (e di tutti gli illustri architetti che lo hanno preceduto nella città di Federico da Montefeltro) ma anche della possibilità di fare un personalissimo punto sullo stato dell’architettura. Avevo sentito parlare da più parti del pessimo stato di conservazione degli Continua...

La città della postproduzione

Questo libro raccoglie una serie di saggi sulla postproduzione intesa sia quale condizione che connota oggi i territori europei, sia quale atteggiamento progettuale – realizzare non è più sufficiente e non è più centrale servono interventi altri, altre sovrascritture. Come nella prassi cinematografica, raramente la presa diretta esaurisce il momento di formalizzazione di un film: è necessario applicare un complesso di operazioni quali il doppiaggio, il montaggio, il missaggio che seguono la fase delle riprese e precedono la commercializzazione.
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Hortus News


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Giornata della Tecnologia
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La città compatta
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Paisajes Re-habilitados
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Architettura dei tessuti urbani
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Quattro Coppie Due Figure
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Presentazione delle Lettere di Emilio Sereni
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Archivi e Mostre
Invenzione architettonica e patrimonio PDF

Entre Marte et Marie

Il progetto degli studenti di Valle Giulia premiato all'Atelier/Concorso "Invenzione Architettonica e Patrimonio"

Promosso da:
ACCR-ASSOCIATION DES CENTRES CULTURELS DE RENCONTRE
in collaborazione con le più importanti Scuole d’Architettura Europee

Fase finale e premiazione: Avignone, 25-28 giugno 2008

Andrea Moneta

Introduzione

In Italia, la straordinaria ricchezza dei luoghi della fede, delle città d’arte e dei centri minori, è sempre stata nel passato, strutturata attraverso una fitta rete di percorsi e di relazioni, individuando itinerari tali da comprendere centri religiosi di varie tipologie: Santuari, Monasteri e Abbazie. Questo poderoso impianto organico superava il concetto di regione mettendo in relazione luoghi e realtà molto distanti geograficamente e culturalmente fra loro.
Da diversi anni la cultura architettonica si è espressa attraverso il recupero dei centri storici e il restauro dei manufatti, ma sempre come singoli episodi progettuali; quest’atteggiamento può talvolta risultare fine a se stesso, se non è seguito da un attento studio sulle relazioni dei luoghi con il proprio territorio, caratteristica che ne garantiva la stessa esistenza.
Conoscere questo  sistema significa ritrovare quella successione inscindibile di storia e d’arte, uno spaccato dell’Italia non divisa artificialmente fra regioni fra loro separate e che viveva una dimensione trans-regionale. Motore principale di questo sistema sono gli itinerari costruiti sulla grande rete delle strade consolari romane, tutte irradiate da Roma a raggiungere città e luoghi ubicati ben oltre i suoi confini.
Il sistema viario romano infatti, usato dal Medioevo sino alle soglie della modernità, consente di cogliere tutte le presenze storiche e architettoniche del nostro paese: da quelle laiche romane a quelle cristiane dei secoli successivi dove si ritrovano gran parte dei santuari e monasteri d’Italia.
La dimensione della rete era però anche europea, spingendosi oltre confine, ad esempio con la Via Aurelia, che raggiungeva la Provenza attraverso Nizza, Tolone e Marsiglia fino ad Arles. Questo giustifica che, per analogia, il sistema dei centri culturali del passato (Abbazie, Monasteri e Santuari, luoghi del “sapere”) si può estendere a tutta l’Europa continentale, dalla Francia alla Polonia, dalla Spagna al Lussemburgo. Nel corso dei secoli, il cambiamento delle destinazioni d’uso dei luoghi storici, ha solo apparentemente fatto perdere le tracce di questo sistema di relazioni mai completamente interrotte: all’uso religioso si è progressivamente sostituito, a volte affiancandolo, l’uso culturale che ne può garantire la conservazione e la trasmissione ai posteri.
In quest’ottica lavora La Rete Europea dei Centri Culturali e Monumenti Storici (ACCR: ASSOCIATION DES CENTRES CULTURELS DE RENCONTRE), per un riuso “alternativo” dei monumenti storici in Europa.
Il riuso dell’eredità storica passa attraverso la volontà di ridare vita ai monumenti attraverso progetti contemporanei sviluppati da ricercatori ed artisti, accessibili al pubblico. L’ACCR a questo scopo, riunisce professionisti del settore per esplorare l’interazione fra eredità, ricerca e creazione contemporanea.

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L’Atelier/Concorso

Nel 2008 l’Associazione ACCR (www.accr-europe.org) in collaborazione con La Chartreuse de Villeneuve lez Avignon, promuove l’Atelier/Concorso d’idee: “Invenzione Architettonica e Patrimonio”, per dei progetti architettonici inseriti nei monumenti che sono utilizzati dai Centri Culturali (CCR), concorso aperto a 40 Centri Culturali sparsi in Francia e in Europa, associati liberamente alle scuole d’architettura francesi ed europee, ed ai loro insegnanti e studenti.
L’obiettivo del Concorso era di contribuire a far emergere interventi culturali pertinenti e realistici nei siti storici senza rinunciare all’ambizione di una concezione architettonica contemporanea di qualità.
Hanno partecipato alla fase finale (giugno 2008) di questo Concorso 18 gruppi formati ognuno da un Centro Culturale (CCR) situato all’interno di un monumento storico, e da una scuola d’architettura associata, ripartiti fra 8 paesi europei:

• La Chartreuse de Villeneuve lez Avignon (F) con l’ENSA Paris-Belleville
• La Chartreuse de Villeneuve lez Avignon (F) con l’ENSA Montpellier
• L’Imec/Ardenne (F) con l’ENSA Paris-Malaquais
• L’Abbaye d’Ambronay (F) con l’ENSA Grenoble
• Le Domaine de Kerguéhennec (F) con l’ENSA Bretagne
• Le Couvent de la Tourette (F) con l’ENSA Lyon
• La Saline d’Arc-et-Senans (F) con l’Ecole Spéciale d’Architecture Paris
• L’Abbaye de Fontevraud (F) con l’Ecole de Design de Nantes
• Le Monastère Santa Maria la Réal (E) con l’Université de Valladolid
• Le Château de Fehérvárcsurgó (H) con l’Université de Budapest
Il Monastero di Santa Maria del Soccorso (I) con l’Università La Sapienza di Roma
• Le Malopolski Instytut Kultury (PL) con l’Université de Cracovie
• Le Château Ujazdowski (PL) con l’Université de Varsovie
• Le Château Banffy (R) con l’Université de Cluj
• Le Palais Mogosoaia (R) con l’Université de Bucarest
• La Forteresse de Suomenlinna (SF) con l’ENSA de Clermont-Ferrand
• Le Grand-Hornu (B) con la Polytechnique de Mons
• L’Abbaye de la Paix-Dieu (B) con la Polytechnique de Mons

Il Centro Culturale rappresentante per l’Italia è stato quindi il Teatro Potlach, situato da 30 anni all’interno del Monastero di S. Maria del Soccorso, in collaborazione con la facoltà di architettura Valle Giulia dell’Università di Roma La Sapienza.
La Chartreuse de Villeneuve lez Avignon (Centro culturale dal 1975 e presidente della rete dei centri culturali europei CCR) ha accolto la fase finale dell’ Atelier/Concorso con una serie di appuntamenti: la “Settimana dell’Architettura” dal 23 al 28 giugno 2008, all’interno della quale si è svolta “La Notte dell’Architettura”, con la Mostra dei progetti e la proclamazione dei vincitori del Concorso. La giuria internazionale era composta dai seguenti membri:

Andrea BRUNO (architetto - Italia): Presidente
François BARRÉ - Jean GAUTIER (MCC/DAPA): Vice-presidente
Marc BARANI (architetto), Maria CALADO (architetto – Portugal), Pierre-Louis FALOCI (architetto), Djamel KLOUCHE (architetto), Dominique LYON (architetto) Pierre BOURRIER (ArcelorMittal), François CHASLIN (FranceCulture), Guillaume D’ANDLAU (Crédit Agricole), Yves DAUGE (Senatore – Commission des Affaires culturelles), François GOVEN (Inspecteur général du patrimoine), Frédéric LENNE (Le Moniteur), Francis MARECHAL (Fondation Royaumont), Heinz WISMANN (EHESS).

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Il Monumento storico: Il Monastero di Santa Maria del Soccorso, derivato dal Castello medievale di Fara Sabina.

Il complesso monastico di Fara Sabina, per tipologia architettonica e tipologia d’uso, riveste un carattere assolutamente unico nel panorama degli edifici religiosi in Italia e all’estero.
Costruito nella metà del XVII secolo, esso nasce infatti adattando a monastero parte dell’antico castello di Fara, uno dei principali castelli che gravitavano intorno all’Abbazia di Farfa, di notevole importanza strategica  tra la fine del  VII e l’inizio dell’ VIII secolo
L’opera viene iniziata nel 1635 dal Cardinale Francesco Barberini (Commendatario di Fara e nipote del Papa Urbano XIII), con l’istituzione del monastero di Santa Maria del Soccorso, destinato all’ordine delle “sorelle terziarie di San Francesco”, che ne prenderanno possesso a partire dal 1643.  Questo monastero originariamente era composto da una chiesa, un campanile, un orto, un giardino, un chiostro, un refettorio e poche altre strutture necessarie alla vita quotidiana delle sorelle.
Nel 1673  la richiesta di introdurre una riforma religiosa ispirata alla regola ferrea delle Clarisse di suor Francesca Farnese, fatta da parte di una “Terziaria” del monastero al Cardinal Barberini, creò forti contrasti all’interno della comunità religiosa.
La riforma Farnese prevedeva infatti un distacco totale dal mondo, rigore nella penitenza, amore per la solitudine ed il silenzio.
La maggior parte delle Terziarie furono contrarie a questo passaggio e più che  mai agli obblighi che imponevano le costituzioni farnesiane. Si giunse così ad un compromesso; con il contributo e l’assistenza del Card. Barberini venne creato un secondo monastero a confine con quello delle Terziarie, nel quale solo le consorelle che lo desideravano, avrebbero potuto dedicarsi ad una vita più austera e ritirata.
Da questo momento i due Monasteri rimarranno divisi per sempre da un muro: da una parte “Le Marie”, che passavano i giorni nella preghiera e nel silenzio, isolate dal mondo; dall’altra parte “Le Marte”, incaricate di occuparsi dall’edificio e di accudirle.

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Il monastero delle Clarisse “eremite” rimase in attività fino alla Costituzione del Regno d’Italia nel 1870 e, distrutto in parte dai bombardamenti nel 1944, fu ricostruito 30 anni dopo da suor Maria Beatrice Ristretta, una Madre Badessa che per poter portare a termine questo imponente lavoro, prenderà la laurea in architettura alla Facoltà di Valle Giulia di Roma.
Attualmente qui vi abitano ancora poche Clarisse, le cui  rigide regole di vita sono state abolite solo intorno al 1960.
Il monastero invece delle “Marte” oggi ospita il comune di Fara Sabina e, dal 1976,  il Teatro Potlach, composto da foyer, due grande sale per spettacoli, una per prove, sette camerini singoli e multipli, sartorie, un piccolo laboratorio per la costruzione di scenografie e stanze per l’ospitalità, due depositi per i materiali tecnici e scenografici, uffici per l’amministrazione e l’organizzazione, due grandi sale per incontri, biblioteca, archivi storici e un laboratorio multimediale.

 



 

Lo spessore della città

La ricerca Lo spessore della città prende corpo nel 2010 in occasione del secondo bando FIRB (Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base – Bando Futuro in Ricerca), pubblicato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Il bando nelle sue tre edizioni (2008, 2010, 2012) è indirizzato a sostenere ricerche di base di giovani studiosi. La stesura del progetto nella sua prima versione è il tentativo di tradurre assunti teorici, costruiti su nuove necessità di dialogo tra architettura e città, in concreti strumenti operativi.  Continua...

Alter-azioni

Questo libro raccoglie una serie di saggi sull’alterazione, ovvero sul rapporto interpretazione e realtà, sostanzialmente sul come si possa aumentare la realtà oltre l’impiego di strumenti tecnologici. Con l’espressione “realtà aumentata” si vuole qui sostenere l’autonomia della visione, la sua non necessità di protesi da altri impostate, a favore di un potenziamento delegato alla sola teoria. L’obiettivo è aggiornare il binomio teoria-progetto, superare inutili dualismi, affermare la coincidenza dei due termini non solo sul piano dei contenuti ma anche su quello degli strumenti. Continua...

peperone_giallo_trasphortusbooks è un progetto editoriale che nasce dall’esperienza di (h)ortus - rivista di architettura. Raccogliere saggi e riflessioni di giovani studiosi dell’architettura, siano esse sul contemporaneo, sulla storia, la critica e la teoria, sul progetto o sugli innumerevoli altri temi che caratterizzano l’arte del costruire è la missione che vogliamo perseguire, per una condivisione seria e ragionata dei problemi che a noi tutti, oggi, stanno profondamente a cuore.

hortusbooks si propone come una collana agile, aperta ad una molteplicità di contributi nel campo dell'architettura. I volumi vengono pubblicati con tecnologia print on demand dalla casa editrice Nuova Cultura di Roma e possono essere acquistati on-line tramite i maggiori canali di diffusione.

Il paesaggio chiama

paesaggio_chiama_tIn tante città mediterranee e anche qui, nella magnifica cornice dello Stretto di Messina, l’attuale urbanesimo genera immense aree abitate che non sono più né urbane né rurali. Ci guardiamo attorno e nella banalità che ci circonda cerchiamo nuove gravità, proprio in questi luoghi destrutturati, perché è qui che possono e devono prendere forma i paesaggi del nostro tempo. L’importanza del paesaggio è sentita quasi sempre in termini solo difensivi, senza la consapevolezza della sua rilevanza sociale e economica, e di conseguenza senza un coinvolgimento culturale e politico delle comunità. Continua...

Valle Giulia Flickr

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Il gruppo nasce tre anni fa dall’idea di uno studente di architettura con la passione della fotografia.
Da un piccolo gruppo di appassionati, accomunati dalla voglia di imparare l’arte fotografica e di utilizzarla come strumento per “parlare” di architettura, si è arrivati ad un gruppo che oggi conta più di 260 iscritti.
Lo spirito del gruppo è quello della condivisione come mezzo di conoscenza, sia in campo architettonico che fotografico, e i contest proposti danno l’occasione agli iscritti di confrontarsi su varie tematiche in campo architettonico e sociale. Continua...

Dal paesaggio al panorama, dal panorama al paesaggio

camiz_copertina_tUna mostra che presenti fotografie di paesaggi naturali, così come un osservatore li vede durante una gita, un'escursione, un viaggio, anziché una mostra semplice come si potrebbe credere (perché si potrebbe azzardare che un panorama è sempre bello), si presenta come una mostra piuttosto complessa. In effetti, è la fotografia del paesaggio naturale che è più complessa di quanto non sembri. Infatti, se appunto un ambiente naturale ci appare quasi sempre come bello, in particolare se incontaminato, una sua fotografia non è detto che lo sia. Continua...

Il Giardino dei Cedrati di Villa Pamphilij

cedratiDalla loro domesticazione le piante da frutto sono sempre state utilizzate come elementi costitutivi di diverse tipologie di giardini. In molti giardini storici, a  fronte di esempi virtuosi di conservazione di aree a frutteto o di singole piante da frutto, molto più spesso questi spazi coltivati sono andati perduti, gradualmente sacrificati ad altre priorità nei necessari restauri vegetazionali con perdita di risorse genetiche di valore, ma anche dell’identità dei luoghi. Lo studio di un’ipotesi di recupero del Giardino dei Cedrati in Villa Doria Pamphilj (Roma), oggi profondamente cambiato nella sua forma, struttura e funzione e in progressivo abbandono, rappresenta l’applicazione di un innovativo approccio metodologico, esempio di quella  integrazione di discipline necessaria per non prescindere dalla natura sistemica  di questo luogo. Continua...

Rassegna Italiana | 5 Temi 5 Progetti

Il complesso di risorse culturali, artistiche, ambientali, che sono proprie di un paese noi lo chiamiamo Patrimonio (ma anche l'insieme dei cromosomi che ogni individuo eredita dai propri ascendenti). Le Case sono le abitazioni dell'uomo e l'Esterno è ciò che sta fuori, che viene da fuori. Il termine Tecnologia è composto da arte e discorso, dove per arte si intende(va) il saper fare, in altri termini il progetto del saper fare. La Catastrofe indica i grandi sconvolgimenti provocati dalla natura o dall'uomo. Continua...

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